mercoledì 22 maggio 2013

QUATTRO PASSI PER EFFETTUARE UNA CORRETTA VALUTAZIONE FUNZIONALE DI SPALLA 1/2


Il dolore localizzato alla spalla è un sintomo comune a molte patologie, per questo condurre un’attenta e accurata valutazione fisioterapica ci servirà per capire meglio se tale sintomo è riferito propriamente alla spalla o deriva da altre strutture anatomiche. La nostra valutazione avrà lo scopo di chiarirci meglio, rispetto alle indicazioni fornite dal medico specialista, la natura e l’estensione degli impairment (dolore, restrizione del movimento, alterazione della propriocezione), il grado della conseguente disabilità e di fornirci tutte le informazioni significative proprie del paziente (motivazione, aspettative, ecc...)
Il dolore di spalla, lo possiamo suddividere in 6 principali categorie diagnostiche:
-          Disordini della cuffia dei rotatori
-          Capsulite adesiva
-          Instabilità
-          Artropatie gleno-omerali
-          Patologia dell’articolazione acromion-clavicolare
-          Altre patologie croniche

1-     Il primo passo è quello di raccogliere informazioni riguardo l’età, l’occupazione e l’attività sportiva praticata: alcune patologie sono più frequenti negli under 40 (instabilità di spalla, moderata patologia della cuffia dei rotatori) altre patologie si riscontrano maggiormente negli over 40 (lesioni parziali o complete della cuffia dei rotatori capsulite adesiva o artrosi glenomerale). L’occupazione e l’attività sportiva praticata sono importanti per evidenziare eventuali traumi o sollecitazioni ripetute che possono ricondurci alla patologia.

2-     Occorre successivamente indagare sulla modalità di comparsa del disturbo attraverso precise domande:

o   Perché si trova qui oggi?
o   Quando è iniziato il suo problema?
o   Come è iniziato?
o   L’esordio è stato insidioso o c’è stato un evento traumatico?
Capire la derivazione del disturbo è fondamentale per stilare un corretto piano di trattamento:
o   Se la causa è un trauma acuto è importante ricostruire le dinamiche del trauma cosi da identificare le strutture potenzialmente danneggiate
o   Se la causa è di tipo insidioso (microtraumi, sovraccarico, stress tissutali) dovremmo fare chiarezza su eventuali anomalie funzionali dell’articolazione e delle strutture muscolo-scheletriche o su gesti atletici o occupazioni lavorative che inducono il paziente ad effettuare gesti ripetitivi o ad assumere determinate posture.

Spunto dall'articolo di Alice Tiberi (Il Fisioterapista Marzo/Aprile 2012)

Nessun commento:

Posta un commento