Il dolore localizzato alla spalla è un sintomo comune a
molte patologie, per questo condurre un’attenta e accurata valutazione
fisioterapica ci servirà per capire meglio se tale sintomo è riferito
propriamente alla spalla o deriva da altre strutture anatomiche. La nostra
valutazione avrà lo scopo di chiarirci meglio, rispetto alle indicazioni
fornite dal medico specialista, la natura e l’estensione degli impairment
(dolore, restrizione del movimento, alterazione della propriocezione), il grado
della conseguente disabilità e di fornirci tutte le informazioni significative
proprie del paziente (motivazione, aspettative, ecc...)
Il dolore di spalla, lo possiamo suddividere in 6 principali
categorie diagnostiche:
-
Disordini della cuffia dei rotatori
-
Capsulite adesiva
-
Instabilità
-
Artropatie gleno-omerali
-
Patologia dell’articolazione
acromion-clavicolare
-
Altre patologie croniche
1- Il primo
passo è quello di raccogliere
informazioni riguardo l’età, l’occupazione e l’attività sportiva praticata:
alcune patologie sono più frequenti negli under
40 (instabilità di spalla, moderata patologia della cuffia dei rotatori)
altre patologie si riscontrano maggiormente negli over 40 (lesioni parziali o complete della cuffia dei rotatori capsulite adesiva o artrosi glenomerale). L’occupazione e l’attività sportiva
praticata sono importanti per evidenziare eventuali traumi o sollecitazioni
ripetute che possono ricondurci alla patologia.
2- Occorre successivamente
indagare sulla modalità di comparsa del disturbo attraverso precise domande:
o Perché si trova qui oggi?
o
Quando è iniziato il suo problema?
o
Come è iniziato?
o
L’esordio è stato insidioso o c’è stato un
evento traumatico?
Capire la derivazione del disturbo
è fondamentale per stilare un corretto piano di trattamento:
o
Se la causa è un trauma acuto è importante ricostruire le dinamiche del trauma cosi
da identificare le strutture potenzialmente danneggiate
o
Se la causa è di tipo insidioso (microtraumi, sovraccarico, stress tissutali)
dovremmo fare chiarezza su eventuali anomalie funzionali dell’articolazione e
delle strutture muscolo-scheletriche o su gesti atletici o occupazioni lavorative
che inducono il paziente ad effettuare gesti ripetitivi o ad assumere
determinate posture.
Spunto dall'articolo di Alice Tiberi (Il Fisioterapista Marzo/Aprile 2012)
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