Nel 1934
l’otorinolaringoiatra James B. Costen, in un articolo pubblicato nel vol.43
dell’Ann Otol Rinol Laringol, descrisse una patologia rappresentata da un complesso
sintomatologico caratterizzato da sintomi auricolari e vestibolari dipendenti
dalla disturbata funzione dell’ATM. I sintomi che riportavano i pazienti alla
visita erano dolori all’ATM, ipoacusia variabile nel tempo, lievi acufeni a
bassa frequenza, schiocchi articolari durante la masticazione e crisi
vertiginose che si risolvevano dopo insufflazioni tubariche. Costen attribuì la
comparsa della patologia alla pressione da parte del condilo della mandibola sulle
fibre del nervo all’interno dell’ATM, conseguente ad una alterazione
dell’occlusione a causa della perdita dei denti latero-posteriori. Ciò
provocava, durante la chiusura della bocca, un eccessivo accavallamento dei
denti superiori sui denti inferiori con scivolamento della mandibola posteriormente.
I condili della mandibola, in questa situazione, andavano a comprimere le
formazioni anatomiche della regione auricolare e retro auricolare causando i
vari disturbi. Egli suggerì dunque che il trattamento della patologia dovesse
essere appannaggio degli odontoiatri, che vedevano nella correzione
dell’occlusione dentale la giusta soluzione al problema26-27. Sebbene
col passare del tempo fu dimostrato che la spiegazione fisiopatologica della
sindrome non fosse così semplice28-29,
in quanto coinvolge anche il rachide cervicale, il lavoro di Costen ebbe un
effetto duraturo e profondo nella diagnosi e nel trattamento del dolore e della disfunzione temporo-mandibolare.
Attualmente non
si parla più di “patologia” ma di “sindrome”. L’eziologia e la diagnosi di
questa sindrome appaiono tutt’oggi ancora incerte e molto discusse come, tra
l’altro, gli indirizzi terapeutici proposti dai vari autori30.
Le opinioni
eziopatogenetiche formulate per spiegare l’insorgenza della sindrome di Costen
sono numerose e possiamo inquadrarle in quattro teorie fondamentali:
- Teoria meccanica31-32-33: secondo questa teoria la sindrome di Costen può instaurarsi in conseguenza di qualsiasi processo morboso capace di riflettersi direttamente o indirettamente sulla morfologia e sulla funzione dell’ATM. I principali fattori eziologici di questa teoria sono:
·
Fattore malformativo: paramorfismi o dismorfismi
delle superfici articolari;
· Fattore traumatico: lesioni traumatiche intra ed
extra-articolari, come la frattura dell’apofisi coronoide della mandibola, le
fratture dell’osso malare, le lussazioni e le sublussazioni, gli esiti
cicatriziali di lesioni cutanee o muscolari;
· Fattore infiammatorio: processi infiammatori a
carico dell’ATM o dei muscoli masticatori;
·
Fattore dentale: malocclusioni secondarie a
malposizioni dentali, ad edentazioni molari e premolari, a ricostruzioni
dentarie, ad errata applicazione di protesi, fisse o mobili;
·
Fattori generali: assumono prevalentemente
carattere predisponente: turbe ormonali, senescenza, ecc...
- Teoria anatomica34-35: secondo questa teoria, la sintomatologia dolorosa è da attribuirsi ai particolari rapporti topografici dell’ATM che nel suo movimento irregolare produrrebbe una compressione ed un’irritazione del nervo dentale inferiore, del linguale, della corda del timpano e del nervo auricolare-temporale;
- Teoria miogena36: secondo questa teoria, la sintomatologia sarebbe da attribuire all’ipertono del tensore del timpano che determinerebbe onde di iperpressione perilinfatica con disturbi sia a carico dell’apparato uditivo che vestibolare, mentre l’ipertono del tensore del velo non permetterebbe una corretta apertura della tuba di Eustachio, con conseguenti disturbi a carico dell’orecchio medio;
- Teoria neurovascolare37: secondo questa teoria le crisi dolorose ed i disturbi uditivi sarebbero dipendenti da uno stato irritativo dell’innervazione simpatica regionale e conseguenti a fenomeni vasomotori, prevalentemente spastici, a carico dei vasi particolarmente ricchi di terminazioni nervose, come, ad esempio, l’arteria temporale.
Nel reparto do odontostomatologia dell’Università di Pisa diretto dal Prof.
Luciano Poli, , la sindrome di Costen sarebbe causata da un quadro clinico di disfunzione
linguale (teoria disfunzionale) che
si esplica massimamente durante le fasi deglutitorie, ma comunque già evidente
nella posizione di riposo linguale (con lingua allo spot palatino). Tale quadro
disfunzionale porterebbe a disturbi a carico dell’ATM (DTM), sindromi vertiginose
e algie a livello dei muscoli masticatori e del collo (cervicalgie croniche) con compressione del rachide cervicale su se stesso come meccanismo
compensatorio. La proposta terapeutica, secondo quest’ottica, sarebbe quella di
eliminare la disfunzione linguale attraverso la terapia miofunzionale centrata
sul riequilibrio della deglutizione.
Per la consultazione della bibliografia citata contattatemi pure
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