Dato il frequente presentarsi delle affezioni infiammatorie e degenerative del tendine di Achille nella popolazione giovane-adulta che pratica attività sportiva regolare, ho deciso di scrivere questo post per chiarire meglio quali sono le dinamiche e le cause che portano a questi disturbi.
Il tendine di Achille è sede di sindromi dolorose che possono andare da una sofferenza occasionale e transitoria, che insorge in genere dopo una lunga marcia effettuata su terreno irregolare e con calzature inadeguate, fino ad un dolore continuo che può insorgere improvvisamente o gradualmente nel corso dell'attività sportiva. Quasi tutti gli atleti possono esserne colpiti, particolarmente i mezzofondisti, i fondisti, i marciatori. Il dolore insorge di solito dopo un periodo di allenamento effettuato su terreni duri (manto stradale) o se l'atleta ha svolto il suo allenamento variando spesso terreno: dall'asfalto stradale al terreno accidentato, a quello di materiali sintetici a restituzione elastica. Durante tali allenamenti, già di per sè intensi, un cambiamento di ritmo può essere la causa ultima che determina la comparsa del dolore, in genere unilaterale, localizzato sulla porzione media del tendine o sulla sua inserzione calcaneare. Esso diminuisce con il riposo; basta però che il tendine entri in funzione, come nel semplice atto di salire e scendere le scale, perchè la sintomatologia ricompaia accompagnandosi talvolta anche ad una modesta zoppia.
E' importante ricordare anche due importanti fattori che rendono difficile una corretta risoluzione delle tendinopatie achilee:
- Il tendine di achille nel suo terzo medio (da 6 a 2 cm al di sopra della sua inserzione sulla grande tuberosità del calcagno) presenta una vascolarizzazione estremamente modesta che rallenta le capacità riparative del tendine in caso di infiammazioni e lesioni;
- E' una struttura anatomica continuamente sottoposta a lavoro durante la deambulazione e dunque difficile da tenere completamente a riposo.
In tutte le manifestazioni patologiche achilee la terapia di elezione è il riposo, che deve essere messo in atto il più precocemente possibile. Oltre al riposo, la fisioterapia (ionoforesi, bendaggio, ultrasuoni ecc...) costituisce un valido aiuto nelle forme infiammatorie. Quando invece la sintomatologia dolorosa è ormai cronica, ovvero sia presente l'aumento di spessore del tendine, è consigliabile l'immobilizzazione mediante stivaletto gessato deambulatorio per 4 settimane. Al termine dell'immobilizzazione è necessaria la graduale e controllata ripresa dell'attività deambulatoria e successivamente di quella atletica
La prevenzione delle recidive si basa soprattutto sulla correzione di squilibri biomeccanici che potrebbero aver determinato il sovraccarico del tendine (sindrome supinatoria e pronatoria, retrazione del tendine di Achille). A tale scopo un programma chinesiterapico e l'utilizzo di ortesi per ristabilire la migliore funzionalità del tendine andrebbero sempre raccomandate. Inoltre una revisione critica del gesto atletico, l'impiego di calzature idonee ad eventualmente il ricorso a terreni "morbidi" è importante per preservare il tendine ed evitare recidive.
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